Medusa, il cui nome in greco significa "colei che domina", inizialmente sembra essere stata una donna bellissima con capelli meravigliosi. Poseidone si innamorò di lei, si trasformò in uccello e la rapì. La sedusse nel tempio di Atena e Medusa nascose il volto dietro l'egida della dea. Atena, offesa sia per averli scoperti nel suo tempio, sia perchè la Gorgone aveva osato vantare i suoi capelli come più belli di quelli della dea, la punì trasformandola in mostro con gli occhi di fuoco, la lingua penzolante, con zanne enormi e serpi al posto dei capelli.
Quindi possiamo considerare Medusa una vittima della bramosia e prepotenza maschile e della gelosia e invidia femminile, che l’hanno trasformata in un orrendo mostro che pietrificava chiunque la guardasse.
La rabbia è da sempre considerata, in effetti, un mostro che deturpa la bellezza delle donne. Nessuno vuole stare al cospetto di una donna arrabbiata: meglio evitarla, perché non si sa come gestirla. La nostra cultura è, in primis, lo strumento di repressione di questo aspetto dell’animo femminile, a favore di comportamenti di disponibilità, pacatezza e sottomissione. Sono queste le qualità che contraddistinguono una donna da una Gorgone.